Non è sempre facile sapere come è bene comportarsi coi propri figli. Ciò in gran parte dipende dall'idea che ci siamo fatti dell'essere madre.

Gli enormi cambiamenti sociali dell'ultimo mezzo secolo - la scolarizzazione di massa, il divorzio, l'aborto legale, la contraccezione, la trasformazione del mercato del lavoro - hanno offerto alle donne un dominio su se stesse e sul proprio destino mai sperimentato in passato. Allo stesso tempo, però, sono aumentate a dismisura le richieste di cui la società le bersaglia: realizzazione di sé ma anche cura degli altri, libertà ma solo con grande responsabilità, serietà di giorno e seduzione di sera. E soprattutto la capacità di porsi quale punto d'equilibrio della vita sempre più complicata del partner e dei figli. Il libro di Elena Rosci è un ritratto di queste "mamme acrobate", ricco di intuizioni, esempi e ironiche istruzioni per la sopravvivenza.

Recensione da ibs.it

Questo libro nasce da un'esperienza ventennale di ascolto delle donne che si scoprono in attesa di un figlio e di madri in difficoltà. È un libro rivolto a tutte le madri, quelle che hanno desiderato ardentemente diventarlo, quelle che vivono con sofferenza la nascita di un figlio, quelle che si colpevolizzano di non amarlo abbastanza e quelle che vi hanno rinunciato consapevolmente. Un libro che non prende le mosse da un astratto "istinto materno" ma dalla constatazione dello scarto oggi esistente tra i successi delle tecniche mediche e la solitudine del vissuto interiore delle singole donne, e dalla differenza fondamentale tra "filiazione" e "genitorialità". Non si diventa madri perché si concepisce un figlio. La maternità "nasce" nel mondo interiore della donna, prende corpo nella sua infanzia, per manifestarsi un giorno come desiderio di un figlio.

Recensione da ibs.it

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