Adolescenti depressi per assenza di relazioni con coetanei. Parte Prima
Il pericolo è reale. Causa le limitazioni nelle relazioni imposte dal
distanziamento sociale, manca, agli adolescenti soprattutto, la possibilità di
esplorare il mondo esterno alla famiglia, di confrontarsi con esso, con il
gruppo dei pari (coetanei) e conseguentemente di formarsi un'immagine di
sé. Ciò ostacola gravemente il formarsi della loro identità, che è la radice
della personalità. Senza un’identità la costruzione non sta in piedi. Se tale situazione socio-sanitaria si protraesse ancora a lungo senza individuare rimedi, potrebbe condurre ad esiti disastrosi non solo sul piano della formazione della personalità dei ragazzi, che si fonda appunto sulla relazione, sul confronto, ma anche su quello dello sviluppo di possibili patologie (v.depressione)dagli esiti talvolta tragici. Quando in questi giorni si piange giustamente la perdita di una generazione, quella degli anziani, che rappresenta la memoria di una società, che tale voglia dirsi, ci si dimentica forse che in questa circostanza si rischia di compromettere gravemente il futuro dei nostri adolescenti che sono il nostro futuro. Fino ad ora non ho sentito da parte degli "esperti" una parola in merito e ciò è gravissimo. Ci si è limitati alla didattica a distanza, all’apprendimento, ai programmi, trascurando però l’aspetto educativo e formativo. Ci domandiamo perchè i ragazzi, i giovani talvolta infrangano le regole che la circostanza impone? Sono semplicemente trasgressioni, o rappresentano piuttosto un bisogno che il mondo degli adulti rischia di non vedere? Cosa allora possiamo fare? quali segnali ci indicano un disagio che inizia a manifestarsi? Come rimediare? Per oggi mi fermo qui anche per lasciare tempo alla vostra riflessione. Ci sentiamo nei prossimi giorni.