Come combattere gli stati di ansia
Vediamo innanzitutto di capire cosa è l'ansia. Essa è la conseguenza di uno stato di dissonanza cognitiva, ovvero di un conflitto. Se ad esempio ho una relazione, ma vivo questa con fatica, sofferenza, anzichè piacere, gioia, ciò da luogo ad un conflitto che a sua volta genera contraddizione e quindi ansia. Lo stesso accade quando pur piacendomi il mio lavoro, lo svolgo in un ambiente ostile, carico di tensioni, oppure se adempio al mio ruolo di genitore essendo vittima di sensi di colpa, poichè mi sento inadeguato al ruolo. In tutte le situazioni di ansia dobbiamo quindi cercare i conflitti che li generano. Una volta trovati ed analizzati, bisogna valutare come risolverli, se possibile, e/o gestirli. Se ad esempio vivo una situazione lavorativa, oppure anche affettiva, conflittuale, non è detto che possa immediatamente lasciare quel posto o interrompere la relazione, nè tanto meno liberarmi del mio ruolo di genitore.Dovrò quindi studiare delle strategie, per gestire al meglio quella/e situazioni. Ad esempio imparando e mettendo in atto strategie difensive, quali maggiore assertività, nei confronti dei colleghi, oppure migliorando le mie competenze genitoriali, o ancora risolvendo "ruggini" coniugali col partner. Quasi sempre un processo di questo tipo richiede l'aiuto di un professionista che ci accompagni nel cammino, che non è necessariamente lungo. Alcune volte bastano pochi incontri, ben centrati, per ottenere un netto miglioramento.
In una seconda fase si può aggiungere al primo step, un secondo passo. Quello di apprendere una tecnica di rilassamento, tesa a ridurre gli stati di tensione. I metodi sono varie semplici da apprendere: il Training Autogeno, il rilassamento progressivo di Jacobson, ill mindfulness, solo per citarne alcuni. Sono esercizi che vengono appresi nell'arco di un paio di mesi e permettono di stare molto meglio. Da soli però non sono sufficienti, ma vanno SEMPRE accompagnati da un minimo di analisi psicologica.